Abruzzo: terra verace, di cultura, ma anche di svago. Mi ricordo che quando ero piccolo mio nonno invitava i suoi amici a casa nostra per giocare a carte. Non c’erano puntate, c’era solo socialità, battute e dei giochi a cui, nel tempo, quella decina di signori avevano cambiato le regole.
Qua in Abruzzo infatti i giochi di carte sono amati così tanto che ci siamo inventati un mazzo tutto nostro. Ma quali sono i giochi più amati da noi abruzzesi? Vediamolo insieme.
Il Cucco (Detto anche Cucù o Stu)
Quando gli italiani vanno all’estero portano sempre qualcosa di loro. Non riesco a contare le volte che, quando giravo per ostelli, ho visto connazionali insegnare Scopa o Briscola a tedeschi e inglesi. Beh, quella persona non ero io. Io invece insegnavo loro le regole del Cucco.
Il Cucco è uno dei giochi di carte più antichi e caratteristici dell’Abruzzo, anche se un tempo si giocava in tutta Europa. Per giocarlo serve un mazzo speciale di 40 carte, composto da 20 valori diversi, ognuno ripetuto due volte, formando due serie identiche di 20 carte. Oltre alle carte numerali (da I a X), vi sono due gruppi di figure: le carte alte, che rappresentano i “trionfi” (valori da XI a XV), e le carte basse, che rappresentano i valori negativi. La carta dal valore più alto è, ovviamente, il Cucco.
All’inizio della partita vengono distribuiti tre gettoni a ciascuno dei giocatori. Teoricamente, non vengono distribuiti gettoni fisici. Siccome negli ostelli la sobrietà dopo una data ora scarseggia, nel mio caso li davo. Erano pezzi di carta, euro o tappi di birra. Quelli non mancavano mai. Vince chi raccoglie più gettoni possibili.
Il mazziere distribuisce una carta a testa, e il gioco procede in senso antiorario. Chi sta alla destra del mazziere decide se “stare” o “passare” la carta. Chi sceglie di “passare” è obbligato a scambiare la propria carta con quella del giocatore successivo, a meno che non possegga un “trionfo”.
Quando tutti hanno giocato, si scoprono le carte, e chi possiede la carta di valore più basso paga un gettone. L’unica eccezione è il Matto, carta peculiare: fa sempre pagare chi lo ha in mano, a meno che due giocatori non abbiano contemporaneamente il Matto. In questo caso, non solo non pagano, ma ricevono un gettone ciascuno. Il Matto ha anche la particolarità di dover essere sempre passato al turno successivo.
Sì, diciamo che le persone che capivano il gioco non erano moltissime.
Altri Giochi Popolari: Briscola, Scopa, Tressette e Poker
Accanto al Cucco, altri giochi di carte tradizionali dominavano le serate di mio nonno e dei suoi amici. Briscola, ovviamente, e Scopa oppure Scopone. Quando invece c’erano solo lui, mia nonna e i miei genitori giocavano a Tressette.
La passione per le carte, come vedete, è di famiglia e devo confessare che anche a me piace giocare a carte, soprattutto a Texas Hold’em. Prendendo spunto da mio nonno, di solito invito degli amici. Ognuno porta qualcosa da mangiare e da bere e ci sediamo al tavolo. Nonostante adori le nostre serate, siamo tutti dilettanti. Perciò quando voglio mettermi alla prova, vado su i migliori siti di poker. Di solito non scelgo le partite live, ma quelle poche volte che l’ho fatto ho portato a casa un discreto bottino. Forse non sono tanto male come credo.
In Abruzzo amiamo così tanto le carte che…
Nonostante sia molto recente, esiste un mazzo di carte abruzzese. La Del Negro le fabbrica solo dal 2013. Ovviamente, il mazzo è composto da 40 carte, con le tradizionali figure napoletane di coppe, denari, spade e bastoni, ma cambiano le immagini, che in questo caso omaggiano le più importanti città abruzzesi. Purtroppo non ce n’è una per Pereto, ma ecco le figure abruzzesi:
- Presentose: gioielli tradizionali locali che hanno un cuore posto al centro di una stella, sostituiscono i denari e omaggiano l’Aquila
- Coppe: sono raffigurate da il “Due di coppe” teramano, due fioriere poste sulle colonne della porta di corso San Giorgio quando questa fu demolita
- Spade: celebrano Chieti sul cui stemma compare l’arma
- Bastoni per Pescara
Tutte le figure furono disegnate da Leonello Recchia che usò per ogni carta immagini tipiche della storia e del folclore abruzzese. E siccome siamo la patria di uno dei più grandi scrittori italiani, il divisivo e controverso Gabriele D’Annunzio, gli sono dedicati l’asso di bastoni e il due di spade. Sull’asso di bastoni campeggia il motto “Audere semper”, “Osare sempre”, riferimento alla famosa frase pronunciata dal poeta in occasione della Beffa di Buccari. Poichè la frase è stata poi cooptata dal movimento fascista, è importante ricordare che in questo contesto non è una celebrazione di una pagina così triste della storia italiana, ma del Vate. Sul due di spade compare invece “Ferrum est quod amat” ovvero “E’ il ferro che ama”.
I giochi di carte, quindi, non solo per la mia famiglia, ma per tutto l’Abruzzo e ovviamente Pereto rappresentano molto più che una semplice forma di intrattenimento: sono una tradizione che permette alle persone di incontrarsi, condividere momenti di allegria e tramandare storie e usanze.